Lo so. Non tutti coglieranno la
parafrasi contenuta nel titolo di questo articolo perché non
conoscono la serie televisiva statunitense “Orange is the new
black” dove per Orange si intende il colore della tuta (divisa?
Uniforme?) dei novizi carcerati. E' opinione palese o strisciante che
costoro (maschi o femmine, anche se la serie racconta le vicende di
una donna ex-lesbica detenuta nell'ala femminile del carcere) siano
gli ultimi tra gli ultimi. L'ironia del titolo gioca sul fatto che
esiste un colore che da meno diritti del black (cioè il nero, inteso
come pigmento dell'epidermide). Ebbene, nell'ottobre del 2013 la
Commissione Mercato Interno del Parlamento europeo ha votato
positivamente sulle proposte legislative in materia di sicurezza dei
prodotti formulate dall'Italia e che potremmo racchiudere molto
semplicemente nell'istituzione e nella tutela del marchio Made in
Italy. Il nodo cruciale era “la disposizione relativa
all'indicazione d'origine dei prodotti, che rafforza la tutela della
consapevole scelta dei cittadini europei. La piena informazione dei
consumatori rappresenta un elemento essenziale in un mercato aperto
alla concorrenza come quello dell'Unione Europea e può definirsi un
pilastro della cosiddetta democrazia economica. Alle imprese
italiane, la possibile futura normativa UE offre uno stimolante
terreno di sfida industriale e commerciale, consentendo di dare una
corretta visibilità alla provenienza dei loro prodotti"
dichiarava il Ministro per gli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi.
Dopo poco più di un anno, è arrivata la doccia fredda. Il 14
Dicembre 2014, il regolamento europeo 1169/11 ha abolito l’obbligo
di inserimento dello stabilimento di provenienza o confezionamento
della merce nelle etichette dei prodotti alimentari. L’Europa
ritiene più importante il TTIP (il Trattato di libero scambio tra
Usa ed Ue) e non una norma che, parlandoci chiaro, salverebbe una
sola economia infastidendo tutte le altre. Oggi (ma è solo uno dei
casi all'ordine del giorno) è possibile trovare la mozzarella di
bufala di marchi italiani nelle nostre pizze fatta con latte
proveniente dalla Lituania (costa la metà ma ha anche la metà dei
controlli sanitari ed è perciò di qualità inferiore). Il Governo
italiano si è concentrato su altre priorità (l'articolo 18)
mandando al diavolo una (forse l'unica) eccellenza che ancora ci era
rimasta, il Made in Italy e di conseguenza il consumatore europeo (e
anche e soprattutto italiano). Se questi sono gli sforzi che
l'esecutivo fa per risollevare le nostre industrie sono sempre più
convinto che dobbiamo uscire dall'Europa. Meglio soli che male
accompagnati.
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